Parlati chiaro.
Pensi sia un ostacolo emotivo?
No, sei sulla strada giusta, non evitare.
Cos'è il dialogo interiore?
Il dialogo interiore è la voce narrante che ci accompagna sin da quando siamo bambini. Non sono pensieri o parole casuali, ma è un vero e proprio dialogo che noi abbiamo con noi stessi, a volte ininterrotto. È così insito dentro di noi che a volte non ci accorgiamo neanche che c'è.
A cosa serve il self-talk?
Il self-talk ci torna utile quando dobbiamo riflettere su una situazione, un problema, quando dobbiamo cercare una soluzione o prendere una decisione.
Se ragioniamo sul fatto che ogni giorno la nostra mente elabora, in media, fino a 4500 pensieri, viene facile immaginare che la nostra voce interiore ci è utile per mettere ordine alle nostre idee, dirigendo la nostra attenzione e le nostre priorità su quello che desideriamo.
A chi non è capitato che un amico o anche semplicemente un conoscente ci chiamasse dicendo di avere un problema o chiedendoci un consiglio per prendere una decisione. Quando questo capita, facciamo del nostro meglio per dare supporto, trasmettendo coraggio, entusiasmo e positività.
Insomma, ci comportiamo come degli alleati.
Succede però che, se quell'amico che ha un problema siamo noi stessi, non ci trattiamo con la stessa compassione.
Come ti parli?
Facciamo un esempio:
È la seconda volta che la persona con cui hai una relazione ti lascia.
La reazione che potresti avere è iniziare a dirti "Hai sbagliato, hai qualcosa che non va e non troverai mai una persona che ti ami per quello che sei"
O ancora:
Fai un colloquio di lavoro in cui ti impegni moltissimo per dimostrare le tue competenze e qualità, ma ti rispondono che non sei la figura che stavano cercando.
È in quel momento che entra in gioco la vocina giudicante che ti dice "Ecco, vedi sei incompetente, non sei all'altezza. Ci sarà sempre qualcuno più bravo e migliore di te".
Ora ti chiedo: quante volte ti sei parlato in una maniera simile?
Per capire l'importanza di un dialogo interiore positivo, facciamo un salto nell'ambito della ricerca scientifica; John H. Krystal, editore della rivista scientifica Biological Psychiatry e professore della scuola di medicina dell'università di Yale, ha condotto uno studio per dimostrare l'impatto che il self-talk ha sulla nostra mente, dimostrando che un dialogo negativo continuo indebolisce le strutture neurali, rendendoci molto più vulnerabili allo stress.
Facciamo un esempio pratico: riscontri che un pensiero ricorrente genera paura e angoscia, quindi decidi di controllarlo per non farlo più emergere. La strategia che adotti sarà, quindi, di cercare di non avere più quel pensiero.
Giusto?
Bene, allora, ora che abbiamo evidenziato una strategia, ti chiedo di non pensare ad un elefante rosa.
Scommetto che almeno per una frazione di secondo, hai pensato ad un elefante rosa.
E questo succede perché è così che funziona la nostra mente!
Allo stesso modo, se ti imponi di non avere determinati pensieri, otterrai l'effetto contrario.
Ciò che bisogna tenere a mente è che non esiste un dialogo interiore giusto o sbagliato.
Quello che la nostra mente ci dice è frutto di insegnamenti ed esperienze raccolte durante tutta la nostra vita e sarebbe assolutamente controproducente andare ad eradicare questi meccanismi che inconsciamente mettiamo in atto, innanzitutto per un puro istinto di sopravvivenza.
Quello che puoi fare, invece, è evitare di vedere il tuo modo naturale di parlarti come se fosse "sbagliato" e dire "non devo pensare a quella cosa". Piuttosto, prendi coscienza di quel pensiero e chiediti se e come può esserti utile.
Non è possibile controllare la nascita di un pensiero, ma è possibile influenzare le reazioni a catena che questo pensiero innescherà e un ottimo modo per è farlo è attraverso un linguaggio costruttivo piuttosto che distruttivo: le parole che ti dici e come le dici influenzano le tue percezioni successive.
Possiamo immaginare le parole come interruttori che fanno luce su determinati scenari piuttosto che altri, i quali genereranno motivazione e carica e innescando così una reazione a catena.
La ricerca ha dimostrato come una semplice frase costruttiva, quindi orientata verso la soluzione del problema e non verso il problema stesso, ripetuta dentro di te può farti accedere con più facilità ad un mindset potenziante.
Scegli le parole giuste perte.
Arrivati a questo punto, voglio darti qualche spunto su come migliorare il tuo dialogo interiore:
Ascoltati: il dialogo interiore è così costante che a volte percepiamo solamente un brusio e lo lasciamo andare avanti in maniera quasi inconsapevole. Fermati, chiudi gli occhi e chiediti: "Cosa sto sentendo? La sensazione che sto sentendo nasce da qualcosa che mi sto dicendo? Se si, cosa mi sto dicendo?"
Scrivi: annota i pensieri principali della giornata e quello che ti scaturiscono e ti evocano. Quali di questi pensieri ti è stato utile? Cosa vuoi farne delle emozioni che ti hanno scaturito?
Accettati: accettare ciò che siamo e ciò che abbiamo è un vero e proprio antidolorifico. Sii clemente con te stesso, lascia fluire i tuoi pensieri, perdonati se qualcuno di loro non è stato gentile e riconosciti il diritto di stare bene.
Metti in dubbio: utilizzando il "TU", quando emerge un pensiero disfattista come "non ce la posso fare", soffermati e poi cerca di confutarlo dicendoti "Ok, ho pensato che non ce la posso fare. E se invece ce la facessi?" Se pensi "Non sono all'altezza", soffermati e pensa "Ci sono state delle volte in cui credevi di non essere all'altezza, e invece poi è stato un successo? Se si, perché adesso non potrebbe ricapitare?"
Valuta senza giudicare: non identificarti con un giudizio, ma valuta se quello che fai e quello che pensi possa essere migliorabile in futuro concedendoti la possibilità di sbagliare.
Usa la creatività: quando senti la voce interna negativa, fermati e ascoltala; una volta che hai messo a fuoco cosa ti sta dicendo, senza cambiare il contenuto, assegnale un tono e una forma comica. Usa la creatività per trasformare quella voce che è così perentoria in una voce che cerca invano cerca di essere spaventosa ma in realtà risulta solamente ridicola. Sbizzarrisciti attribuendole una forma divertente, come potrebbe essere il disegno di un mostriciattolo di un cartone animato e dalle un nome buffo. Infine, osserva come cambia la tua percezione.
Concludendo possiamo dire che il dialogo interiore è radicato in noi da tempo e per migliorarlo serve allenamento e pazienza.
Ma se lo farai, la tua qualità della vita migliorerà drasticamente.